Gli occhi delle stelle
Riparerò i tuoi muscoli dalla pioggia strappandomi pezzetti di pelle, incapace di distinguere le lacrime sciolte nella grigia tempesta. Conosco una diversa sfumatura che le caratterizza: tendono al porpora quando le ripudi dalle tue due ghiandole di bue e cieco le vorrei raccogliere per conservarle tra le fossette. È il velo della mia natura venerea a rendermi daltonico ma sto imparando a guardare con gli occhi delle stelle. Tu piangi e io cresco, sono così lontano che sembro immobile. Stai ferma e ti vedo girare sul tuo asse, incessantemente. Quotidianamente. Annualmente affronti le solite fatiche che però ti corrugando sempre piú la fronte fino a quando non potrò più idratarti col mio sanguemisto. I loculi del cranio mio ospitano i pianeti tutti.